LA DEMOCRAZIA DEL SANGUE


Avete mai pensato dove va a finire il sangue che doniamo? Quale sia il suo impatto sociale, oltre che sanitario? In modo a volte superficiale ci si limita a dire che si dona sangue per fare bene alle altre persone, per salvare vite, per un gesto altruista, ma vi siete mai fermati a pensare quale incredibile forma di democrazia sia la donazione?

Sono anni difficile, gli ultimi decenni dell’umanità sono stati segnati da crisi continue, guerre, conflitti, divisioni, lotte tra primi e ultimi, ricchi e poveri, popoli sazi e genti disperate, ma tutti, di qualunque colore sia la loro pelle o quale divinità preghino, hanno una cosa in comune, il sangue.

E mentre in tanti posti si costruiscono muri per dividere piuttosto che ponti per unire, il sangue che doniamo è la cosa più democratica che esista. Pensateci, una volta nella sacca può finire a un italiano all’estremo nord o nella punta più meridionale, nelle isole o nei monti. Ma può anche andare a una persona di pelle bianca, così come nera o gialla, magari verde qualora servisse anche a una razza aliena. Noi non lo sappiamo dove verrà destinato, ma la tappa finale è ininfluente per il sangue.

Il liquido rosso è assolutamente democratico, può andare a beneficiare un uomo in odore di santità come un politico corrotto o un assassino seriale, non esiste una discriminante in questo. Ciò che l’uomo divide, la donazione di sangue unisce, chiunque si trovasse in condizione di necessità avrà il nostro sangue, uomini, donne, vecchi, bambini, italiani o stranieri, se nel mondo esiste una democrazia perfetta, la sua bandiera è il sangue.

MAURIZIO DONINI 


FIDAS: "Qualcosa d'importante" numero 3-2022
https://www.fidasbologna.org/category/giornali/

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