LA DEMOCRAZIA DEL SANGUE
Sono anni
difficile, gli ultimi decenni dell’umanità sono stati segnati da crisi
continue, guerre, conflitti, divisioni, lotte tra primi e ultimi, ricchi e
poveri, popoli sazi e genti disperate, ma tutti, di qualunque colore sia la
loro pelle o quale divinità preghino, hanno una cosa in comune, il sangue.
E mentre in
tanti posti si costruiscono muri per dividere piuttosto che ponti per unire, il
sangue che doniamo è la cosa più democratica che esista. Pensateci, una volta
nella sacca può finire a un italiano all’estremo nord o nella punta più
meridionale, nelle isole o nei monti. Ma può anche andare a una persona di
pelle bianca, così come nera o gialla, magari verde qualora servisse anche a
una razza aliena. Noi non lo sappiamo dove verrà destinato, ma la tappa finale
è ininfluente per il sangue.
Il liquido
rosso è assolutamente democratico, può andare a beneficiare un uomo in odore di
santità come un politico corrotto o un assassino seriale, non esiste una
discriminante in questo. Ciò che l’uomo divide, la donazione di sangue unisce,
chiunque si trovasse in condizione di necessità avrà il nostro sangue, uomini,
donne, vecchi, bambini, italiani o stranieri, se nel mondo esiste una
democrazia perfetta, la sua bandiera è il sangue.
MAURIZIO DONINI
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