Avete mai pensato dove va a finire il sangue che doniamo? Quale sia il suo impatto sociale, oltre che sanitario? In modo a volte superficiale ci si limita a dire che si dona sangue per fare bene alle altre persone, per salvare vite, per un gesto altruista, ma vi siete mai fermati a pensare quale incredibile forma di democrazia sia la donazione? Sono anni difficile, gli ultimi decenni dell’umanità sono stati segnati da crisi continue, guerre, conflitti, divisioni, lotte tra primi e ultimi, ricchi e poveri, popoli sazi e genti disperate, ma tutti, di qualunque colore sia la loro pelle o quale divinità preghino, hanno una cosa in comune, il sangue. E mentre in tanti posti si costruiscono muri per dividere piuttosto che ponti per unire, il sangue che doniamo è la cosa più democratica che esista. Pensateci, una volta nella sacca può finire a un italiano all’estremo nord o nella punta più meridionale, nelle isole o nei monti. Ma può anche andare a una persona di pelle bianca, così ...
Donare sangue è un’attività fondamentale per la società degli uomini, una comunità ha bisogno dell’apporto di tutti per vivere e prosperare in sicurezza. Il sangue non può essere riprodotto in laboratorio e l'uomo è l'unica fonte di approvvigionamento per queste terapie salvavita. In Terapia Intensiva si trovano vari pazienti affetti da malattie che per guarire necessitano di trasfusioni di sangue. In Italia la donazione avviene in modo totalmente gratuito per evitare ogni sorta di speculazione, in cambio si ricevono gli esami del sangue direttamente nel proprio fascicolo sanitario. La legge prevede che fra una donazione di sangue e l'altra debbano trascorrere almeno 90 giorni e che le donne in età fertile possano donare non più di 2 volte l'anno. Il motivo dell'intervallo fra le due donazioni di sangue è la ricostituzione delle scorte di ferro. Il volume di sangue sottratto con la donazione viene ripristinato entro poche ore dalla donazione tramite una rapida r...
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