Luna rossa a Badlands
Luna rossa a Badlands
Volpe Che
Guarda era immobile, le sue rughe, segno di innumerevoli primavere, lo facevano
sembrare una statua di pietra, fissava la Luna rossa bassa sull’orizzonte che
si alzava lentamente nel cielo, il colore cangiava sempre più verso una
tonalità di fuoco, nelle praterie la chiamavano Luna Comanche. Quando regnava
nella notte era meglio chiudersi nei propri alloggi, disporre amuleti e pregare
gli spiriti. Erano giorni che Volpe Che Guarda notava piccoli segni, gli
uccelli erano diventati radi, i coyotes ululavano sempre di più la notte, i
cani erano nervosi ed abbaiavano per un nonnulla. Stasera la Luna Comanche
avrebbe raggiunto la sua massima potenza, era una notte in cui il cacciatore
avrebbe potuto aggirarsi per il deserto cercando di saziare la sua fame. Un
avvoltoio passò pulpando con rabbia, Volpe Che Guarda pensò che non aveva mia
visto tanto dolore nelle notti di Luna Rossa, gettò uno sguardo verso
l’orizzonte dove la notte illuminata mostrava le luci di Badlands, la Gomorra
del deserto, dove gli antichi popoli non erano ben accolti. Si chiese se il
cacciatore si sarebbe diretto verso la cittadina degli uomini bianchi lasciando
in pace i villaggi della prateria, scosse la testa e si diresse verso il suo
tepee, estrasse il sacchetto degli amuleti e li sparse intorno alla tenda, poi
raggiunse la sua famiglia e chiuse per bene tutte le entrate.
Badlands è
una cittadina tranquilla, non è dato sapere se il nome fu preso dalla canzone
di Springsteen o se viceversa fu il Boss ad ispirarsi a questo angolo sperduto,
ma mai nome fu più adatto ad identificare un luogo. In mezzo ad un inospitale
deserto, dove finisce la polvere ci sono alcune colline con pascoli, la
cittadina di Badlands vive di bovari e traffico di passaggio, trasporti diretti
oltre confine, gente che vaga in cerca del proprio io anche. L’ordine e la
legge sono assicurati dalla presenza dello sceriffo Doug Moser, una brillante
carriera a Chicago stroncata da qualche mazzetta di troppo che ha causato più
di un imbarazzo nel corpo di polizia, chiuso con soddisfazione da ambo le parti
con le dimissioni della stella nascente del reparto investigativo e la sua
discesa per un percorso sempre più teso al basso, finendo, di scalino in
scalino, fino al polveroso ufficio da sceriffo di Badlands con un paio di
aiutanti al suo servizio. In fondo era una vita tranquilla, nessun rischio
particolare, al massimo qualche ubriaco da mettere al posto suo, la polizia
della cittadina si limitava a fare qualche multa, a rompere la testa a qualche
negro che alzava troppo il gomito, i pellirosse no, quelli alla città non si
potevano avvicinare, Moser non li sopportava proprio. I placidi cittadini ed i
maggiorenti erano contenti, i loro affari procedevano, Moser ed i suoi aiutanti
chiudevano un occhio su certi traffici al limite del legale, facilitati dalla
vicinanza del confine con i mangia-tortillas, per contro gli operosi cittadini,
a cominciare dal Sindaco, non mettevano becco in quello che faceva lo sceriffo
con gli stranieri.
John Steps
non riusciva a chiudere occhio, quei maledetti coyotes fuori non la smettevano
di fare baccano con il loro lamentoso latrare, sembravano impazziti stanotte,
come diavolo era finito in un buco come Badlands? Guardò Sally che dormiva al
suo fianco, andare a letto con lei gli costava sempre qualche presidente
passato a miglior vita, ma un brivido di piacere ammirando la donna girata di
schiena con la guépiére rossa di raso e le calze gli ricordò quanto piacere gli
donasse, ne valeva decisamente la pena. Un rumore come di assi rotte spezzò la
notte proprio sotto le finestre della camera, Steps si avvicinò alla finestra,
erano al primo piano, la strada era deserta, ma le ombre parevano muoversi,
aguzzò la vista, c’era sicuramente qualcuno lì sotto. Si infilò i pantaloni e
prese fuori la pistola di ordinanza, ora gli avrebbe insegnato chi era la legge
a Badlands, la sua vena sadica pregustava già una dura lezione da infliggere al
barbone che certamente stava ubriacandosi in strada. Silenziosamente iniziò a
scendere le scale.
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Sangue a Badlands
Badlands stendeva le sue miserie ai piedi di una collina,
che come il resto del panorama non eccelleva in bellezza, brulla e con poche
macchie di alberi, spesso avvolta da una nebbia fatta di sabbia sollevata dai
refoli di vento, non per niente gli abitanti le avevano affibbiato il nome di
Demon Hill.
L’archetto si muoveva nervoso sulle corde del violino
producendo un suono doloroso e lancinante che si spandeva a macchia d’olio
sopra il deserto, la Luna alta illuminava macabramente la figura piegata del violinista
mentre incideva sempre più arditamente le sue note abrasive nell’aria. Volpe
Che Guarda percepì con un brivido l’arrivo del suono, conosceva il significato
di quella melodia, solo un piccolo inarcarsi di un sopracciglio mutò la sua
espressione rassegnata. Poi il vecchio pellerossa estrasse una collana di ossa
tramandata di generazione in generazione, se la infilò al collo ed intonò una
nenia evocativa che affondava nelle ere più antiche.
Lo sceriffo Doug Moser si svegliò di soprassalto, sudato ed
affannato, “Chi cazzo suona un violino in piena notte?”, si chiese furioso. Si
diresse alla finestra con addosso solo un paio di mutande con cui andava a
letto, il suono tragico dello strumento aumentava sempre di intensità, cercò i
pantaloni ed il cinturone deciso ad uscire e andare ad impartire una meritata
lezione a quel buontempone che stava svegliando il paese. Poi vide in strada il
suo vice, John Steps doveva essere stato svegliato anche lui e stava
aggirandosi in mezzo alla strada con il suo revolver in mano, “Bene”, pensò
Moser, “lasciamo che ci pensi lui a chiudere la questione!”, sentenziò tra sé,
si versò un bicchiere di bourbon che trangugiò al volo e si rimise a letto
sperando di riuscire a riprendere sonno. Dopo poco il suono del violino cessò
improvvisamente ed un silenzio totale cadde su Badlands, “Bene! Si vede che
John ha trovato lo stronzo!”, si girò dall’altra parte ed iniziò a russare.
Quando al mattino la brava gente di Badlands ricominciò a
fare i suoi piccoli affari quotidiani tutto sembrava normale sotto il sole che
infuocava il deserto, almeno fino a quando il postino che doveva recapitare un
plico all’ufficio dello sceriffo, trovandolo chiuso provò a svegliare il
vice-sceriffo John Steps, che riposava beatamente sulla sedia a dondolo nella
veranda antistante con lo Stetson calato sul viso. Al tocco gentile del postino
che tentava di risvegliarlo il corpo dell’oramai ex-vice-sceriffo cadde
pesantemente sul fianco, il cappello rotolò mostrando che John Steps era
passato a miglior vita ed era diventato di colore bianco avorio, a parte due
incisioni rosse ai lati del collo.
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Sceriffi a Badlands
La prematura
scomparsa del vice-sceriffo John Steps mise in subbuglio l’intera cittadina di
Badlands, i maggiorenti si rivolsero allo sceriffo per invitarlo a fare luce
sull’accaduto, onde garantire il benessere e la sicurezza dei suoi abitanti.
Senza contare che molte illustri spose erano rimaste senza il conforto che
l’aitante tutore dell’ordine costituito sapeva donargli.
Doug Moser
era furioso, la stella sul petto gli premeva più che mai, la giornata era più
calda e afosa del solito, il becchino voleva sapere a chi addebitare le spese
del funerale, il sindaco continuava a fargli pressione, era arrivata persino
una telefonata del FBI per avere notizie in merito, ci mancavano anche i
federali. Lo sceriffo si deterse il sudore dalla fronte, era l’ultimo aiutante
che gli era rimasto ed ora rimaneva da solo, imprecò sottovoce, Enrico, il
barista del saloon, gli aveva parlato di un suo cugino, ex-agente, che avrebbe
potuto fare al caso suo, era ora di approfondire il discorso, si alzò prendendo
il cappello ed imboccò la porta.
Lou Bannon
guardava fuori dalla finestra del miserabile hotel in cui stava, i soldi con
cui era scappato da casa erano quasi finiti, non sembrava quasi possibile, le
carte giravano bene, i mucchi di banconote davanti a lui erano corposi, poi
erano bastati un paio di giri sfortunati e si era trovato a secco. Spense con
rabbia la sigaretta per terra, gli sembrava di soffocare ed aveva voglia di una
donna, ma con le tasche vuote sarebbe stato difficile procurarsela, decise di
fare due passi e prendere una boccata d’aria, chissà.
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Verso Badlands
Lou Bannon
si aggirava nervosamente per le strade, vicoli bui, era uscito dalla finestra
per non pagare il conto, cadendo si era leggermente slogato una caviglia ed era
claudicante. Rifletteva su come fosse stato stupido, era scappato di casa con
tutti i soldi, per poi perderli stupidamente, ora era senza soldi e senza
donne, cazzo! E senza soldi niente donne, e questa ultima cosa ora gli pareva
anche più urgente, continuava a rimuginare quando la vide scendere da un taxi.
Lunghi capelli biondi, fisico snello, la gonna si fermava sopra al ginocchio
mostrando due gambe ben tornite, la vide pagare la corsa, salutare il taxista e
girarsi iniziando a percorrere il marciapiede. Lou sentì il desiderio montargli
dentro, la donna camminava svelta muovendosi con eleganza, il ticchettio dei
suoi tacchi era un richiamo erotico per l’uomo, il traffico era intenso, per
strada ancora tanta gente, non c’era possibilità di fare nulla e questo
frustrava lo spirito di Bannon che malediva tutto e tutti ad ogni passo,
probabilmente si sarebbe infilata in qualche portone lussuoso con un portiere
ad aspettarla in livrea e tutto sarebbe finito lì.
Ma
evidentemente era la sua serata dopo tanta sfortuna, la donna improvvisamente
girò ad angolo retto imboccando un vicoletto buio alla sua sinistra, Bannon
rallentò un attimo per insospettirla, poi la seguì guardandosi attorno. Lei
camminava svelta ondeggiando sensualmente sui tacchi, non pareva preoccupata
dal fatto che il vicolo fosse buio e stretto, sicuramente era una zona che
conosceva e si riteneva al sicuro. Lou più la guardava muovere i fianchi, più
sentiva l’eccitazione trasformarsi in un ossessivo turgore, affrettò il passo
per avvicinarsi.
Ad un certo
punto lei dovette percepire la presenza dell’uomo alle sue spalle, girò la
testa e lo fissò velocemente, un lampo le balenò negli occhi, riportò lo
sguardo in avanti e aumentò la velocità. Bannon fece lo stesso, oramai erano
lontani dalla zona trafficata, le stradine in cui erano ora erano buie e
deserte, la zona pareva quasi disabitata e sicuramente gli abitanti della zona
erano abituati a farsi gli affari loro. Lei quasi correva, lui le stava sempre
più vicino continuando a guardarsi intorno, c’era solo buio e silenzio, le mise
una mano sulla spalla, il solo contatto con lei gli fece vedere rosso. Sotto la
presa dell’uomo la donna fu costretta a girarsi, i loro occhi si incrociarono,
il suo sguardo terrorizzato eccitò ancor più Bannon, lei aprì la bocca per
urlare, ma Lou la scaraventò per terra con uno spintone, facendola finire in
mezzo ad un mucchio di sacchi di rusco buttati alla rinfusa. Le si lanciò
addosso, lei cercava di difendersi, ma Bannon era troppo forte per lei, le fece
saltare i bottoni del giacchino, la camicetta premeva sul seno, alla vista Lou
perse ogni controllo le prese i bordi dell’indumento con entrambe le mani
lacerandola, sotto lei aveva un balconcino nero di pizzo che faceva intravedere
due seni sodi e ben torniti. Quello che l’uomo non sapeva era che la donna
aveva un dispositivo elettronico di richiesta aiuto dotato di gps con una
precisione di un paio di metri, che aveva usato quando aveva capito di essere
seguita con pessime intenzioni.
Lou aveva bloccato la donna con il
peso del suo corpo riuscendo così a infilare le mani sotto la gonna di lei,
sentiva l’elastico dei suoi slip sotto le dita, mentre cercava di slacciarsi i
pantaloni pregustava già cosa sarebbe successo, quando all’improvviso si sentì
tirare indietro, fu sollevato di peso e scaraventato contro il muro, ricadde
intontito. Pur non riuscendo più a comprendere cosa stava succedendo, riuscì a
vedere un uomo che copriva la donna e dopo averla presa sottobraccio la
accompagnava via da lì. Un uomo in uniforme torreggiava sopra di lui, pareva
uscito da un telefilm, nero e grosso maneggiava un pesante sfollagente tra le
mani e pare deciso ad usarlo. Vide che lo alzava sopra di lui e si riparò
istintivamente con un braccio aspettando il colpo, quando vide l’energumeno
fare un’espressione di dolore e poi afflosciarsi all’improvviso. Dietro di lui
apparve un uomo sorridente, questo si rivolse a lui dicendo “odio i poliziotti
di questa merdosa città, andiamo prima che ne arrivino altri”, aggiunse
porgendogli la mano per aiutarlo a tirarsi in piedi. Lou allungò la sua
pronunciando “Mi chiamo Lou Bannon, e grazie di tutto. Dove andiamo adesso?”,
chiese incerto.
“Giorgio Mello”, rispose l’altro
uomo, “vieni con me, dove sto andando ci sarà sicuramente lavoro anche per te,
ci stanno aspettando a Badlands”, concluse girandosi e iniziando a correre
dalla parte opposta verso cui era andato l’altro poliziotto con la donna
salvata.
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Nuovi vice-sceriffo a Badlands
Seduto a
gambe incrociate sul bordo del dirupo che sovrastava la vallata, Volpe Che
Guarda fissava inespressivo la malmessa auto bianca che arrivava dall’altra
estremità del deserto e percorreva veloce il nastro di asfalto grigio che
dirigeva verso Badlands. La polvere che sollevava mentre si inseriva
velocemente nelle curve aveva un colore strano, un inquietante grigiastro, poco
promettente, e la forma che aveva la nuvola che si alzava evocava presenze che
il nativo pensava di avere scordato. Le numerose rughe che gli segnavano il
viso si contrassero ulteriormente, se possibile, mentre osservava preoccupato
il retro dell’auto che si allontanava velocemente.
Lo sceriffo
Doug Moser guardava pensieroso i due soggetti seduti di fronte a lui, il barman
del paese gli aveva raccomandato suo cugino, Enrico era una persona affidabile
e Doug gli aveva dato credito, ma ora non era più sicuro di non essersi
sbagliato. I due soggetti che aveva di fronte erano sicuramente validi sulla
carta, Giorgio Mello ex-agente del FBI, ma dimissionario, perché? Lou Bannon
era sicuramente un idiota, seguiva quello che Mello gli diceva di fare, gli
idioti possono essere molto pericolosi. Mello era troppo sicuro di sé, aveva
uno sguardo freddo e obliquo, era evidentemente poco avvezzo al rispetto delle
regole e questo spiegava perché non fosse più nel FBI. Il problema dello
sceriffo era di trovare aiutanti che non rovinassero i suoi piccoli affari e
non combinassero casini nella sua città.
“Voglio essere chiaro, questa è la
mia città! Il sindaco e quelli che contano mi pagano, e forse pagheranno voi,
perché qui in città non ci siano casini! Ergo, non mi frega un cazzo di cosa
combinate fuori, ma qui, dentro questa città, dovete tenere tutto in ordine, a
iniziare da voi stessi! Sono stato abbastanza chiaro?”.
“Certo sceriffo, tutto chiaro, siamo
professionisti, non avrà problemi con noi, anzi, siamo qui per evitarli e
risolverli se capitano”, rispose con esagerato sussiego Mello.
Doug Moser continua a sentire una
vocina di allarme, “E lui?”, chiese indicando l’uomo seduto a fianco di Giorgio
Mello.
“Lui è a posto, non si preoccupi, ci
penso io”.
“Un’ultima cosa, le donne, tu Mello
sei un bel ragazzo, te lo dirò solo una volta, stai alla larga dalle donne di
questa città, a meno che siano libere e consenzienti, te lo ripeto, niente
casini”.
“Tranquillo capo, sono un bravo
ragazzo”, rispose sorridendo il nuovo vice-sceriffo.
Lo sceriffo Doug Moser aprì il
cassetto della scrivania e ne estrasse due stelle, le gettò sul tavolo, le
puntò con un dito rivolgendosi ai due seduti di fronte a lui, “Mettetevi
queste, di là troverete le divise e le pistole”, aggiunse indicando una porta
sulla sinistra. “Quando siete pronti raggiungetemi al bar, vi presenterò in
giro, non fatemi aspettare troppo”, concluse sorridendo. Si alzò dirigendosi
alla porta, una volta in strada si guardò intorno, il sole bruciava più che mai,
in sottofondo si sentiva il suono doloroso di un violino, lo sceriffo scosse la
testa e si diresse verso il bar al centro del paese, quel maledetto violino non
presagiva nulla di buono.
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La moglie del sindaco di Badlands
La signora
Molly Hunter, prima cittadina di Badlands in quanto sposata al sindaco Jonathan
Swan, era decisamente contrariata, un tempo avrebbe trascorso il pomeriggio a
rotolarsi nel letto con l’atletico vice-sceriffo John Steps, ma qualcuno aveva deciso
di interrompere la storia provocando la prematura dipartita del tutore della
legge. Molly sentiva ancora il vigore del suo amante quando la prendeva, al
solo pensiero l’eccitazione le saliva dentro potente, Steps aveva un fisico
invidiabile, ben diverso dal flaccido corpo di suo marito. Ricordava con
piacere i luoghi insoliti in cui l’aveva portata, il fienile in fondo al paese
era uno dei loro luoghi preferiti. Soprattutto serviva a combattere la noia che
dominava nella sonnolenta cittadina di Badlands, dove non succedeva mai nulla
di particolare, i giorni scorrevano sempre monotoni e interminabili.
L’ufficio
dello sceriffo era proprio di fronte alle sue finestre, al piano di sotto suo
marito gestiva uno di quei negozi dove puoi trovare di tutto e faceva ottimi
affari, almeno nel fare soldi era bravo pensò con acido sarcasmo. Vide i due
nuovi vice-sceriffo uscire dal loro ufficio, uno era basso e tarchiato,
sovrappeso, l’altro alto e atletico, i lineamenti regolari, la divisa gli stava
a pennello e lui metteva in mostra i muscoli con arroganza. La mente di Molly
Hunter iniziò a fantasticare sul corpo del vice-sceriffo Giorgio Mello,
ex-agente speciale del FBI, ora al servizio degli onesti cittadini di Badlands,
mentre dietro il vetro si sfilava il vestito restando coperta solo da un
malizioso corsetto in tulle.
“Cosa guardi?”, chiese Lou Bannon al
collega Giorgio Mello che stava fissando le finestre al primo piano di fronte a
loro.
“Non la vedi?”, rispose Mello, erano
appena usciti dall’ufficio dello sceriffo per fare un giro in paese, di fronte
a loro il drugstore del sindaco, un movimento dietro la finestra al primo piano
aveva attirato la sua attenzione, che si era acuita vedendo il soggetto.
“Cazzo Giorgio, è la moglie del
sindaco! Lo sceriffo è stato chiaro, questa è zona proibita, assolutamente
proibita!”.
“Tranquillo, non sto facendo niente”,
rispose, ma il suo sguardo non lasciava presagire niente di buono.
Bannon scosse la testa, la donna era
una bellezza nel pieno del fiore, non più giovanissima, ma proprio per questo
ancora più sexy, li guardava con addosso solo della lingerie, certamente stava
provocando il collega. Lou sapeva quanto il compagno piacesse alle donne, ma
anche quanto l’uomo potesse essere pericoloso per una donna. “Tu ci caccerai in
un mare di guai”, concluse scuotendo la testa sconsolato.
Il vice-sceriffo Giorgio Mello si
cullava annoiato nella sedia a dondolo posta nella veranda del loro ufficio,
guardando i radi passanti in quel caldo primo pomeriggio. La signora Molly
Hunter lo osservava da dietro la tendina della sua finestra posta di fronte al
primo piano, i muscoli del vice-sceriffo spingevano sotto la camicia kaki, il
caldo opprimente la faceva sudare, una goccia iniziò a scendere colpevolmente
lungo la sua pelle fermandosi senza ritegno nell’inguine, le dita della moglie
del sindaco andarono a posarsi proprio lì, cercava di placare il desiderio
mentre fissava Mello, ma invano e con l’effetto opposto, decise d’istinto di
dare un senso finito a questa storia. Aprì l’armadio e scelse un abito adatto,
il drugstore era ancora chiuso e il marito dormiva, scese rapida le scale e
uscì di casa, si fermò un istante a fissare insistentemente il vice-sceriffo
accoccolato di fronte a lei, poi fece ticchettare i suoi tacchi verso il fondo
del paese.
Il vice-sceriffo Mello vide la porta
del drugstore di fronte aprirsi, la sensuale signora Molly Hunter gli apparve
di fronte, indossava un abito rosso che si fermava sopra al ginocchio, aderente
e con una scollatura profonda, la donna lo fissò con uno sguardo penetrante per
alcuni secondi, poi si diresse ancheggiando verso il fondo del paese. Mello
attese un attimo poi la seguì.
A carponi sulla paglia del fienile
Molly Hunter stava provando un’ebbrezza estremo, pensando che nemmeno John Steps
le aveva mai procurato un piacere così intenso come questo Mello. Metteva
nell’amplesso una foga che era al limite della violenza facendola sobbalzare ad
ogni colpo, si chiese perché aveva aspettato così tanto per portarselo a letto.
Giorgio Mello guardava con piacere il corpo della donna che teneva per i
fianchi, continuava a spingere sempre d più, ma quello che lei non sapeva era
che lui non provava piacere nell’atto sessuale, ma dalla dominazione che
esercitava, era il potere a farlo godere. Poi arrivò il suo incubo, sentì
l’erezione iniziare a scemare, rabbioso colpì con uno schiaffo la natica della
donna, questa gemette di piacere, la cosa lo eccitò ancora di più e iniziò a
colpirla, sempre più forte, “Non così forte, mi fai male”, lo apostrofò Molly
Hunter. Questo scatenò la rabbia in Mello, come osava lamentarsi? La colpì con
violenza e invece di un gemito la donna emise un piccolo urlo, “Zitta
baldracca”, ringhiò il vice-sceriffo. Lei non poteva gridare, sarebbe successo
un pandemonio se l’avessero trovata lì con Giorgio, cercò di divincolarsi
sgusciando tra le mani del vice-sceriffo. Mello se la vide sgattaiolare tra le
braccia, questo lo fece infuriare, la prese per un braccio e la buttò sulla
paglia, la guardò e rientrò in lei. La signora Hunter si ritrovò eccitata
scambiando la violenza per un gioco, Mello si eccitò ancora di più e le mise le
mani al collo, lei ancora inconsapevole non comprese subito, poi il
vice-sceriffo, accecato dal potere, dalla rabbia, dall’eccitazione,
inconsapevolmente, iniziò a stringere la presa sempre più forte, fino a quando
si rese conto che la donna non si muoveva più.
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