THE REAL ILLUSIONIST - La Donna di Cuori
The Real Illusionist – La Donna di Cuori
Sebastian e Joan
non erano mai stati particolarmente amanti degli spettacoli di magia, gli
illusionisti e gli spettacoli di questo genere non li avevano mai attratti
particolarmente. Per questo quando trovarono nella buca delle lettere una busta
contenente due biglietti omaggio per “The Real Illusionist”, uno spettacolo di
questo genere che si teneva nell’hotel più esclusivo della città si stupirono.
La serata dell’evento cadeva in un giorno in cui erano liberi da impegni, un
giro di telefonate e ricerche sul web gli fece scoprire che si trattava di uno
spettacolo che tutti definivano “unico”. Ma restavano incerti se partecipare o
meno, temendo di passare una serata di pura noia. Poi capitò che qualche giorno
prima della data in programma fossero a cena con dei cari amici, ed il discorso
cadde sui biglietti di cui erano in possesso.
Giovanni e Mara erano intimi amici da
tempo, di loro si fidavano ciecamente, sapendo anche che erano affidabili
quando consigliavano un ristorante piuttosto che uno spettacolo.
“Ma mi stai dicendo che hai ricevuto
biglietti omaggio per quello spettacolo? Stai scherzando? Ho dovuto darmi da
fare a destra e sinistra per riuscire ad averli, e li pagai anche tanto, e a te
li hanno regalati? E hai dubbi se andarci?”, disse incredulo Giovanni.
“Sai che non sono spettacoli che ci
piacciano, è tutto finto e noioso, questi trucchi da prestigiatore hanno
stancato”, rispose Sebastian, mentre Joan assentiva al suo fianco.
“Trucchi? Illusione? Prestigiatore?
No forse non hai capito, questo qui è un fenomeno, uno spettacolo come non te
ne capiteranno altri nella vita, se non ci vuoi andare basta che me lo dici e
li prendo io”, interloquì Giovanni
“Ma davvero è così bello?”, domandò
dubbioso Sebastian rivolgendosi a Mara, “non è che tuo marito ci sta tirando un
pacco?”, chiese sorridendo.
“Si tratta sicuramente di qualcosa di
particolare e, sì, anche certamente unico”, rispose la donna restando sulle
sue.
Il discorso si chiuse lì passando ad
altri argomenti, ed anche l’evento venne messo da parte presi come erano dagli
adempimenti di casa e dal lavoro. Ma arrivati al sabato Sebastian notò i due
biglietti che spuntavano dalla busta poggiata nell’ingresso, li prese in mano
rigirandoseli tra i palmi, le lettere in rilievo e brillanti di “The Real
Illusionist” avevano un aspetto magnetico. In quel momento suonarono alla
porta, vide Joan che stava passando da lì in quel momento recarsi alla porta,
aprirla e trovarsi al cospetto di un fattorino, parlarono un paio di minuti,
poi sua moglie fece una rapida firma su di una ricevuta congedando il fattorino
e girandosi verso di lui con una grande scatola bianca avvolta da un nastro
rosso, sul coperchio erano fissate delle rose nere. Sul bordo della confezione
spiccava la scritta “The Real Illusionist” a caratteri runici dorati in
rilievo.
“Ma questo? L’hai ordinato tu?”,
chiese Joan guardandolo interrogativamente.
“Non ne so niente, dalla scritta
direi che viene dalla produzione di quello spettacolo, pare ci tengano davvero
ad averci ospiti”, rispose Sebastian avvicinandosi. Raccolse la scatola dalle
braccia della moglie e si recarono in sala per aprirla, un semplice, ma
elegante biglietto, fissato sul coperchio recava solo una scritta “Ore 21”.
Tolsero il nastro facendo attenzione
a non rovinare la confezione e dentro trovarono degli abiti, per entrambi. Se
li rigirarono tra le mani varie volte letteralmente stupefatti, la cosa andava
oltre ogni immaginazione, “Questa poi”, commentò Sebastian.
“Non riesco a crederci, ma perché?”,
chiese Joan.
“A questo punto se lo vogliamo sapere
ci tocca andarci, tanto i ragazzi sono via stasera e non abbiamo impegni”,
affermò Sebastian.
“Ok, se ti va mi preparo e andiamo”,
risposte con tono dubbioso, ma accondiscendente sua moglie.
Una volta indossati gli abiti
ricevuti si guardarono, a Sebastian era stato recapitato uno smoking bianco,
con camicia sempre bianca e papillon nero, era decisamente elegante pensò
mentre si guardava allo specchio.
Joan si stava sistemando i dettagli
anche lei davanti allo specchio, continuava a girarsi davanti mentre valutava
l’assieme, “Ma non ti sembra un poco troppo, come dire, azzardato?”.
Sebastian la guardò, l’abito che le
era stato donato era una griffe di marca e lusso, elegantissimo da gran soirée,
ma anche terribilmente sexy. La seta nera la ricopriva fino alle caviglie, ma
davanti una scollatura profonda chiusa da una stringa dorata all’altezza dei
seni, lasciava comunque intravedere ampiamente le forme. La schiena era
scoperta e la parte scoperta giungeva fino alla bassa vita. Sulla sinistra
aveva uno spacco altissimo che arrivava alla vita, decisamente azzardato, ma
anche estremamente eccitante per Sebastian che amava i collant, sicuramente
Joan avrebbe attirato molti sguardi quella sera, e si sorpreso scoprì che
l’idea lo intrigava anziché accenderne la gelosia come solito.
Parcheggiarono nel sotterraneo
dell’albergo dove si svolgeva lo spettacolo, la gentile impiegata alla
reception li indirizzò verso la sala auditorium dove si svolgeva lo spettacolo.
Seguendo le indicazioni percorsero un tortuoso tragitto tra mura beige e
moquette ovattate, nemmeno i lunghi tacchi di Joan riuscivano a fare rumore in
questa situazione. In fondo al corridoio un tavolino presidiato da hostess in
abito nero ed il viso coperto a una maschera regolavano l’accesso alla sala. Si
presentarono a loro che controllarono la lista, poi sorridendo porsero una
maschera bianca a Sebastian ed una nera ad Joan.
“Una maschera? Perché? Pensavo fosse
uno spettacolo di magia, non un carnevale”, chiese sarcasticamente Sebastian
alle due donne.
“Fa parte dello spettacolo signori,
capirete una volta dentro”, risposero sorridendo.
La porta si aprì silenziosamente e la
varcarono con curiosità, all’interno, in semicerchio, erano presenti circa una
ventina di coppie, tutti vestiti come Sebastian e Joan, smoking bianco per gli
uomini ed abito lungo nero per le donne. Si sedettero ed iniziarono a scambiare
parole e battute con gli altri presenti, fino al momento che le luci si
spensero in sala e si illuminò il palco. Poco dopo, come dal nulla, si
materializzò una figura, aveva giacca bianca e pantaloni neri, una maschera
dorata gli nascondeva il viso.
“Signori e signore, ladies and
gentlemen, benvenuti a The Real Illusionist, l’unico speccato di magia dove la
finzione diventa realtà!”, declamò dardeggiando occhi che parevano braci su
tutti i presenti.
L’inizio dello spettacolo seguì il consueto
canone, il mago aprì un baule ed effettuò una serie di numeri classici
strappando applausi per la bravura e noia a Sebastian e Joan; poi si fermò e si
rivolse alla platea.
“Bene signori, questa era la
finzione, vi ho dato quello che viene fatto di solito in questi spettacoli, ora
inizieremo a giocare con sul serio, con il reale, se qualcuno preferisce
andarsene via questo è il momento”. Avendo avuto in risposta solo sorrisi e
battute assentì sorridendo, poi estrasse un mazzo di carte e si diresse verso
il pubblico, si avvicinò ad una coppia porgendogli il mazzo,
“Scegliete una carta signore”,
propose all’uomo. Questi eseguì, dopo averla guardata la porse al mago
aggiungendo “ora immagino indovinerà che carta ho scelto”.
L’illusionista scosse la testa sorridendo,
“Troppo banale, come ho detto qui siamo al reale”, girò la carta, la fissò ed
infine la mostrò a tutti, era un Due di Picche.
“Due di Picche signori, la carta che
chiude i rapporti, che cessa le comunioni, un vero peccato”, pronunciò ad alta
voce.
“Mi pare tardi visto che sono sposato
con la signora qui a fianco da venti anni”, ribatté ridendo l’uomo mascherato.
L’Illusionista si girò verso la
moglie dell’uomo, “Se la signora vuole gentilmente tirare fuori il cellulare
che nella tasca destra…”
“Ma io il cellulare ce l’ho nella
borsetta”, rispose lei mentre si metteva una mano in tasca e, con estrema
sorpresa, ne estraeva uno smartphone, “ma questo è il telefono di mio marito”,
disse sorpresa.
L’uomo strabuzzò gli occhi, “Ma come
cazzo ha fatto?”, chiese visibilmente irritato.
“Le carte non mentono mai signore, il
Due di Picche non è una bella carta come le avevo detto. Se ora la signora
vuole gentilmente guardare gli ultimi messaggi sul suo telefono, scoprirà che
lei va a letto con la sua migliore amica da tempo, oltre certi dettagli
particolarmente intimi, e la carta avrà svolto il suo compito”.
La donna leggeva il display
sbiancando progressivamente, poi divenne rossa, lanciò il cellulare per terra
mandandolo in mille pezzi, colpì con un fortissimo schiaffo il marito in viso e
poi si diresse verso l’uscita come una furia. L’uomo si riprese, fissò con odio
il mago per poi correre anche lui verso la porta.
Un brusio invase la sala,
l’esibizione dell’Illusionista aveva lasciato tutti a bocca aperta, la tensione
si sciolse in un applauso a scena aperta.
“Confessi che erano suoi complici, è
un vecchio trucco già visto”, esclamò una voce in un angolo.
L’illusionista si girò lentamente
verso la coppia da cui era partita la frase, “Un trucco? Avevo avvertito che la
finzione era finita e si sarebbe passati alla realtà, ma forse il signore vuole
una dimostrazione, vuole giocare o ha paura?”, concluse il mago avvicinandosi
all’uomo con il mazzo di carte aperto. “Vuole pescare una carta gentilmente?”,
gli chiese.
L’uomo fissò il mago, “Io non credo a
queste cose, lo sappia, tutte pagliacciate, se non fosse stato per mia moglie
che ha voluto assolutamente venire qui avrei avuto ben altro da fare! Ma se
vuole giocare, giochiamo!”, disse chiudendo la chiosa ed accentuando le ultime
parole estrasse una carta dal mazzo che l’illusionista gli porgeva. Guardò la
carta, poi la porse al mago.
Questi la prese e la fissò a lungo,
con espressione indecifrabile, poi con un velo di tristezza la mostrò a tutti,
“L’Asso di Picche signori, purtroppo la Morte stasera ha deciso di venire a
trovarci”, si rivolse alla coppia aggiungendo “Lei signora stia vicino a suo
marito, e lei caro signore, veda di sistemare i suoi affari in fretta, mi
creda, mi dispiace veramente di cuore”.
“Ora ne ho abbastanza di queste
stronzate!”, esclamò visibilmente adirato, poi si alzò prendendo per mano la
moglie e tirandola dietro di sé uscì dalla stanza sbattendo la porta.
La tensione era diventata palpabile e
riempiva la sala, ma indubbiamente l’illusionista era bravissimo nel suo
mestiere, con una serie di altre carte stemperò l’umore dei presenti riportando
serenità e risate, ad ogni carta corrispondeva una situazione personale che era
assolutamente reale. Vennero scoperti segreti e create situazioni intriganti,
ma senza che nessuno venisse toccato da nulla di male, tutto pareva passato ed
i presenti erano conquistati dalla bravura e simpatia del mago. Poi
l’illusionista di avvicinò a Sebastian ed Joan con il mazzo di carte in mano
invitando la donna a scegliere. Joan scelse una carta, la osservò, poi la
mostrò al marito, infine la restituì al mago che a sua volta la studiò
sorridendo. Questi poi si rivolse al pubblico mostrandola “Donna di Cuori,
signori, anche stasera abbiamo la regina della serata, la nostra Donna di
Cuori. La serata è finita signori, vi ringrazio, chi non vuole andare via può
proseguire la serata seguendo le hostess e partecipando all’evento Donna di
Cuori”.
A quel punto le due assistenti viste
in precedenza si accostarono a Sebastian e Joan, invitandoli a seguirle,
“Potete venire con noi signori, complimenti signora per la Donna di Cuori”,
aggiunsero rivolte a noi.
Seguimmo le due donne che ci fecero
salire per una stretta scala, ci condussero ad una porta ovattata che si aprì
sotto il loro tocco e ci introdussero in un salone, una musica di archi
riempiva l’aria, ci trovammo attorniati da uomini e donne vestiti come noi,
tutti mascherati uguali, pareva di essere al centro di una clonazione di massa.
Persi un attimo il contatto con Joan, mi girai a cercarla nella calca mentre
osservavo la bellezza delle persone che affollavano la sala, una donna mi si
accostò stringendosi a me, mi girai avevo ritrovato mia moglie, “Bel posto,
curioso direi”, interloquii mentre con la mano le mostravo i quadri e gli
arazzi che adornavano le pareti del locale. Alcuni camerieri, riconoscibili
solo per il fatto che erano vestiti completamente di bianco, passarono
porgendoci dei calici di champagne. Le persone parlavano e ridevano tra loro,
pareva che molti si conoscessero già. Mi chiedevo il motivo della nostra
presenza in quel luogo quando apparve il mago.
“Signore e signori, ladies and
gentlemen, eccoci all’atto finale di The Real Illusionist, tutte le signore qui
presenti sono in possesso di una carta, ora giocheremo la partita decisiva”.
Le luci in sala si spensero e solo un
occhio di bue rimase ad illuminare il palco su cui campeggiava un letto
circolare. “Le donne, croce e delizia della nostra esistenza signori, in ogni
mazzo ne abbiamo quattro, che spesso è anche il numero delle donne della vita”.
Poi si mosse, l’occhio di bue lo seguì mentre si recava da una donna mora,
Sebastian strinse a sé Joan che gli sorrise da sotto la maschera, il mago porse
la mano e la donna gli consegnò una carta, lui la mostrò a tutti, “Donna di
Picche!”. La prese per mano portandola al centro del palco, lì giunti le si
pose dietro e slacciò il fermaglio del vestito che cadde a terra lasciandola
vestita di sola lingerie di pizzo, un applauso fragoroso invase la sala, con un
inchino l’illusionista le porse omaggio e le fece segno di tornare a posto, per
poi poggiare la carta su di un piccolo tavolino tondo a fianco. Si diresse
nuovamente verso il pubblico accostandosi ad un’altra donna, questa gli
consegnò la propria carta, “Donna di Fiori!”, declamò il mago mostrando il seme
agli astanti. Poi condusse la donna sul letto, lei vi si adagiò ed iniziò con
mosse seducenti ed intriganti a sfilarsi collant e reggicalze, lasciandoli poi
cadere a terra tra gli applausi. La carta prese posto sul tavolino mentre la
donna rientrava nei ranghi. La musica continuava a riempire lo spazio, con il
doloroso ed affascinante suono degli archi, il mago si diresse verso una donna
bionda chiedendole la sua carta, questa gliela porse con un leggero grazioso
inchino, lui la mostrò girando su sé stesso, “Donna di Quadri! Signori, la cosa
si fa interessante”. Si recò con la donna al centro del palco, questa iniziò
lentamente a sciogliersi l’abito lasciandolo cadere a terra, poi slacciò il
reggicalze lanciandolo tra il pubblico, si sfilò sensualmente le calze
avvolgendole poi attorno al collo del mago, infine fece schioccare il gancio
del reggiseno che tenne poi sospeso in mano mostrando a tutti un paio di seni
perfetti. Tra scroscianti applausi tornò al suo posto. “Ora signori è la volta
della regina della notte, la Donna di Cuori!”.
Sebastian si chiese come avrebbe
potuto l’illusionista identificare la donna con la carta in una moltitudine di
persone tutte uguali, gli venne in mente che la carta era stata data a sua
moglie, probabilmente ne erano state distribuite varie uguali, un vecchio
trucco dei giocatori. Strinse a sé Joan con istinto protettivo, anche se l’idea
di vederla salire sul palco era stranamente eccitante, ma sicuramente
inopportuno. Lei rispose al suo corpo avvinghiandosi a lui e Sebastian percepì
che Joan gli stava infilando la sua carta da gioco nella tasca posteriore dei
pantaloni.
Il mago si diresse verso il pubblico,
fece varie giravolte fermandosi di quando in quando di fronte ad una donna
bionda, fissandola e poi cambiando idea, infine si fissò di fronte ad una dama
chiedendole la carta, che questa gli porse sorridendo. Lui la prese e dopo
averla controllata, tenendola tra le dita, alzò il braccio mostrandola a tutti,
“La Donna di Cuori! Signori, la notte ha trovato la sua regina”. Prese per mano
la donna conducendola verso il palco, lei fece una giravolta di saluto verso il
pubblico, lui si adagiò sul letto, la Regina di Cuori salì sopra di lui, il
vestito ricadde sui fianchi del mago, il lungo spacco laterale lasciava
comunque in ampia mostra le forme. Lei armeggiò con i pantaloni
dell’illusionista, aprendoli, poi la si vide inarcarsi e farlo entrare dentro
di lei. La Donna di Cuori iniziò a muoversi, i gemiti si mescolavano agli archi
creando un’atmosfera gotica e lussureggiante, il tutto durò fino a quando lei
si inarcò improvvisamente in uno spasmo, per poi riprendere un aspetto
rilassato, rimettere a posto i pantaloni del mago, ed infine rialzarsi dal
letto.
Il mago si eresse, si profuse in un
profondo inchino verso di lei, poi le prese la mano e portandola in alto
proclamò, “Donna di Cuori, la regina della notte”, baciò la carta restituendola
alla dama dopo averci fatto un autografo sopra.
Una serie di applausi travolgenti e
di urla di plauso all’indirizzo dell’illusionista sovrastarono la musica.
Sebastian dovette ammettere che il mago era veramente eccezionale, oltre che lo
spettacolo era stato quanto mai eccitante, la gente cominciò a sciamare via,
lui perse momentaneamente il contatto con Joan nella calca, salvo poi
ritrovarla all’uscita. “Bellissimo spettacolo, insolito, ma affascinante, non
trovi cara?”, disse alla moglie togliendosi la maschera.
Anche lei si tolse la maschera, il
viso era arrossato, “Davvero, ne è valsa la pena venire non credi amore?”.
“Sì, ma cosa hai? Sei tutta rossa
cara, stai bene?”, chiese apprensivo.
“Sì, sì, tutto a posto, era solo
molto caldo lì dentro, vieni, andiamo a casa, sono stanca”, rispose Joan.
La notte passò serena e tranquilla,
al mattino mi vestii per prepararmi ad andare riprendere i nostri figli che
erano rimasti a dormire dai nonni, ritrovai la carta che Joan mi aveva messo in
tasca la sera precedente, la presi in mano e restai a fissarla come inebetito,
non era una Donna di Cuori come avrebbe dovuto essere, ma un Fante di Picche!
Corsi nell’ingresso e senza vergogna frugai nella borsetta di Joan, ne cadde
una carta, tremando la presi in mano, la fissai raggelandomi, era una Donna di
Cuori autografa dall’Illusionista, la magia era perfettamente riuscita. In
ultimo mi cadde l’occhio sul quotidiano ripiegato a fianco, riportava la
notizia di un uomo vestito in smoking bianco e nero trovato misteriosamente
morto, con un Asso di Picche infilato nel taschino.
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